martedì 30 gennaio 2024

Per fare un tavolo...

 

- Gennaio 2024-

Per i lettori: quanto qui raccontato si ferma, cronologicamente, a dicembre 2021. Tra questa data e oggi, settembre 2023, i lavori relativi alla legge sul riconoscimento dei caregiver familiari come lavoratori in Italia sono immobili e dimenticati. Nel marzo 2023, dopo numerosi comunicati stampa del ministro delle Disabilità Alessandra Locatelli, è stato annunciato un tavolo interministeriale sul tema. E poi niente più
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Questo è il finale della versione, tradotta in francese, del nostro saggio “L’esercito silenzioso”. Speriamo che la popolazione francofona (275 milioni di persone contro i 59 di italiani) ami leggere, molto più che i nostri connazionali.

Come associazione, dopo aver preso contatti con il Ministero della disabilità all’indomani del suo insediamento (fine ottobre 2022), avendo  scritto e telefonato svariate volte, senza avere mai una risposta, abbiamo fatto domanda (il 30 ottobre 2023). su consiglio di un membro del gabinetto del Ministro, per essere ammessi a questo tavolo di lavoro interministeriale.

Poi mercoledì 17 gennaio (quindi dopo circa tre mesi dalla nostra richiesta scritta) leggiamo dal web che il tavolo si è riunito,  con tanto di foto della platea e dichiarazioni entusiastiche della Ministro.

Leggiamo quindi l’elenco dei partecipanti, come da decreto:

“Il Tavolo di cui all’art. 1 è coordinato dal Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Capo dell’Ufficio legislativo del Ministro per le disabilità o da un loro delegato ed è composto da: 

- quattro esperti nominati dal Ministro per le disabilità; 

- quattro esperti nominati dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali;

- un rappresentante del Ministero della Salute;

- un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze;

- un rappresentante del Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità;

- un rappresentante dell’Istituto nazionale della previdenza sociale; (INPS);

- un rappresentante dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT);

- un rappresentante di Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);

- due rappresentanti della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH);

- due rappresentanti della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND);

- un rappresentante dell’Associazione Nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo (ANFFAS);

- un rappresentante del Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità (CONFAD);

- un rappresentante del Forum Nazionale del Terzo Settore (FTS);

- un rappresentante di Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo (ANGSA);

- un rappresentante di Uniamo – Federazione Italiana Malattie Rare;

- un rappresentante della Confederazione Parkinson Italia Onlus;

- un rappresentante dell’Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani Onlus;

- un rappresentante della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO);

- un rappresentante dell’Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà (ANTEAS);

- un rappresentante di Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA); - un rappresentante di Associazione Italiana Sclerosi multipla (AISM);

- un rappresentante di Federazione Alzheimer Italia; 

- un rappresentante dell’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer;

- un rappresentante designato da ciascuna delle seguenti confederazioni sindacali: Confederazione generale italiana del lavoro CGIL; Confederazione italiana sindacati lavoratori CISL; Unione italiana del lavoro UILe Unione generale del lavoro UGL;

- un rappresentante di una Regione del Nord, un rappresentante di una Regione del Centro ed un rappresentante delle Regioni del Sud, designati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome;

- un rappresentante di Cittadinanzattiva – Coordinamento nazionale Associazioni dei malati cronici;

- un rappresentante dell’Associazione Federcasalinghe.

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Posto che sarebbe interessante sapere quali criteri siano stati adottati per scegliere i partecipanti e in base a quale normativa e quale modalità (non ricordiamo nessuna call specifica, pubblicata magari sul sito del Ministero), ci chiediamo: 

perché non c’è almeno un’associazione a rappresentanza dei minori caregiver familiari?

Perché non c’è almeno un membro a rappresentanza degli studenti caregiver familiari? UNIDAD è proprio passata inosservata? E tutta la battaglia di Erika Borellini?

Perché non c’è nessun membro o associazione – putacaso la nostra – a rappresentanza dei caregiver familiari h24 che hanno dovuto lasciare il lavoro per fare l'assistenza al proprio caro?

Perchè non c’è nessuna associazione a rappresentare i caregiver familiari di malati psichiatrici?

Come può esserci un tavolo di lavoro sulla legge che andrà a riconoscere, normare e tutelare la categoria senza che ci siano i rappresentanti, TUTTI,  della categoria in oggetto?

Si tratta della legge sui caregiver familiari (comma 255 L.205/2017) ma è pieno di associazioni di malati/pazienti. Perchè?

Poi, il  23 gennaio, una settimana dopo la prima riunione del tavolo,  a Roma si e tenuto un convegno organizzato da Confad (membro del tavolo) con Ministro Locatelli, Viceministro del lavoro, 10 componenti la commissione XII al Senato, l’assessore al sociale della regione Lazio  (perchè non anche  le altre associazioni?Noi quando siamo andati a Roma al tavolo interministeriale portavamo la voce di quasi 400 associazioni su tutto il territorio nazionale!) per dibattere sul tema.  E la Ministro, nel pomeriggio della stessa giornata, ha rilasciato un comunicato che parla dei “caregiver conviventi”: perché, esistono anche i caregiver non conviventi? Che magari abitano in città differenti da dove si trova il familiare da assistere?  

Tutto questo fa molto preoccupare.

Noi, solo dopo aver sollecitato (!) una risposta per la nostra richiesta, siamo stati banalmente liquidati per telefono, dopo quasi 3 mesi di attesa dalla richiesta formale  e oltre 12, dall'inizio della legislatura, che attendiamo di essere ascoltati.

Chi scrive ha chiesto se, gentilmente, potevamo avere una risposta scritta, magari con una motivazione credibile.

Questo è quanto ci è arrivato:

“(...)con riferimento alla richiesta pervenuta in data 30 novembre u.s., (ndr: sbagliato, noi abbiamo scritto il 30 ottobre, quindi 4 giorni dopo la notizia mezzo stampa che il tavolo era stato istituito, e possiamo provarlo) si ritiene che la stessa non possa essere accolta. Essa, difatti, richiederebbe la modifica del decreto istitutivo del Tavolo che ne determinerebbe un posticipo nell'operatività.

Resta fermo che, qualora nel corso dei lavori del Tavolo medesimo dovessero emergere aspetti che richiedono uno specifico approfondimento, si procederà all’audizione di ulteriori esperti, rappresentanti di istituzioni pubbliche, Associazioni o Società scientifiche, in  possesso di comprovate esperienze e competenze nell’ambito dei temi trattati, come previsto dall’articolo 2, comma 3, del decreto istitutivo del Tavolo.”

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Se devono emergere degli aspetti che “richiedono uno specifico approfondimento” significa che non si ha la minima idea della materia, che invece è padroneggiata esclusivamente da chi è caregiver familiare! E che segue l'iter della legge da 10 anni a questa parte! E quindi: per fare una legge sul caregiver familiare non ammetti il caregiver familaire al tavolo? Ma è una barzelletta?

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Ci rivolgiamo a voi,  che sono anni che ci seguite e ci sostenete: scrivete al Ministero!

Non è possibile che facciano un tavolo sul caregiver familiare  senza ammettere chi dal 2013 si batte per il riconoscimento del caregiver familiare, qualsiasi tipologia, per tutti, senza mai fare calcoli o avanzare richieste mirate solo per vantaggio personale. Tutte le petizioni,  gli appelli pubblici, le sottoscrizioni, gli incontri con i vari politici,  la campagna di informazione/mobilitazione, il report che è il primo e finora ineguagliato, che da voce a quasi 3000 caregiver italiani, la petizione al parlamento europeo che ha originato un’indagine conoscitiva per verificare che il nostro Governo attuasse le direttive europee in materia ed infine il nostro saggio “ L’esercito silenzioso” , tutto testimonia il nostro impegno e la nostra competenza in merito oltre al fatto di essere davvero caregiver familiari nella vita e pure conviventi!

L’indirizzo è: ministro.locatelli@governo.it ,  gabinetto.ministro.locatelli@governo.it mettendoci in copia: genitoritosti@yahoo.it

Oggetto: ammissione di  Genitori Tosti al tavolo per la legge sul caregiver familiare

Il testo :  alla Ministro Alessandra Locatelli. 

Con la presente chiedo che l’associazione Genitori Tosti venga ammessa al tavolo in oggetto, portando la competenza sul campo in quanto caregiver famialiri e dopo 10 anni di attivismo per il riconoscimento della figura del caregiver familiare come lavoratore per dare voce veramente  a tutti i caregiver familiari italiani.

Grazie per l’attenzione. Distinti saluti.

Firma (anche il nome dell'associazioone di cui, eventualmente, fate parte)



domenica 19 novembre 2023

Un premio al Comune di Muggia, alla sua assessora, a sindaco, ai cittadini!

 

Leggiamo tutti con attenzione questo pezzo apparso su Nordest News del 17/11/2023

MUGGIA. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Muggia ha approvato il Peba, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche, che sarà a disposizione della cittadinanza e che è stato condiviso fin dai primi passi con la gente, per arrivare alla stesura di un documento che rispondesse alle esigenze del territorio.  

Ad occuparsi in prima persona del Peba è stata l’assessore comunale Elisabetta Steffè, insieme agli uffici comunali proposti per seguire tutto il lungo e complesso iter, che si è focalizzato sulla riformulazione dell’accessibilità per gli spazi e gli edifici pubblici dell’intera area del Comune di Muggia.

Nel corso dei mesi sono stati effettuati diversi sopralluoghi, insieme ai cittadini, per pensare insieme a soluzioni e progetti in grado di eliminare gli ostacoli in diverse zone. Tra i punti più richiesti dai muggesani la possibilità di realizzare accessi al mare per persone con difficoltà motorie.

In una prima fase è stata effettuata un’analisi attenta del territorio, con una mappatura insieme ai portatori di interesse. In una seconda fase si è passati a quattro esplorazioni urbane, con l’intento di conoscere le criticità in quattro siti in particolare: il lungomare, Borgo Fonderia, l’area centrale dove si trovano scuole e impianti sportivi e Aquilinia. In una terza fase si è passati a un esame delle informazioni raccolte, riscontrando 379 punti di rilievo di criticità dislocati in 58 ambiti pubblici. Nella quarta fase si è passati alla progettazione e alla valutazione di costi e priorità del Peba, per concludere con la quinta e ultima fase, che ha portato all’approvazione e alla programmazione degli interventi. 
Tutto il percorso per la stesura del Peba a Muggia è stato inoltre condiviso costantemente con il Criba, il Centro Regionale di Informazione sulle Barriere Architettoniche del Friuli Venezia Giulia.

“Si tratta di un passaggio importante - ricorda l’assessore Steffè in riferimento all’approvazione - perché a questo punto potremo individuare eventuali canali di finanziamento per le opere necessarie. Quanto ai lavori, l’accesso al mare per molti cittadini è stato segnalato come una priorità. Un altro punto dove sono stati richiesti interventi per una maggior accessibilità è Borgo Fonderia. Abbiamo ascoltato con attenzione tutti le osservazioni dei cittadini e abbiamo lavorato per un piano che raccolga, per quanto possibile, tutte le istanze esposte”. “Ringrazio di cuore l’assessore Steffè - sottolinea il sindaco di Muggia Paolo Polidori - che ha portato a conclusione una progettualità complessa con estrema attenzione, perizia e competenza, che porrà Muggia all’avanguardia sull’eliminazione delle barriere architettoniche”.

L'impulso primario che ci ha pervaso, dopo aver letto questo articolo,  è stato quello di portare un premio, una targa, un riconoscimento, a  questa assessora citata nell'articolo, al sindaco, ai cittadini che hanno partecipato. W Muggia!

In seconda istanza è umano il pensiero di fare confronti con il  proprio Comune di residenza, nella fattispecie Verona: cadono braccia , mascelle e  altre parti del corpo oltre che a ruscellamenti di latte dalle ginocchia.

E avanti con la rivendicazione dei diritti delle persone con disabilità, impedite nel muoversi, in Italia.

Grazie a Press-In 




giovedì 16 novembre 2023

Servizi e diritti solo per turisti ed olimpionici, a Verona.

 


Quasi nessuno dei non addetti al settore sa che l’Italia, appena lo scorso agosto, è stata condannata dal parlamento Europeo per non aver applicato la direttiva sull’accessibilità.

In breve: prodotti e servizi essenziali devono essere accessibili a tutti specie per le persone con disabilità, qualunque essa sia. Questi prodotti e servizi includono:

  • computer e sistemi operativi

  • Sportelli bancomat, biglietterie e macchinette per il check-in

  • smartphone

  • Apparecchiature televisive legate ai servizi televisivi digitali

  • servizi di telefonia e relative apparecchiature

  • accesso ai servizi di media audiovisivi come le trasmissioni televisive e le relative apparecchiature di consumo

  • servizi relativi al trasporto passeggeri aereo, autobus, ferroviario e per vie navigabili

  • servizi bancari

  • e-book

  • commercio elettronico

La direttiva è del 2019 e la scadenza per l’applicazione era nel 2022. Non è la prima volta che il nostro Governo ignori le direttive europee e poi venga condannato..

Credo non sia difficile capire che, per esempio, gli sportelli bancomat o i servizi di trasporto o qualunque servizio reso in un luogo non accessibile riguarda la mobilità delle persone (tutte le persone) e quando si parla di mobilità ci si riferisce al contesto urbano.

Insomma arriviamo sempre a questi PEBA (Piani di Abbattimento delle Barriere Architettoniche).

E arriviamo alla nostra città.

Dopo quanto ho scritto qui mi è passato sottocchio l’invito, da parte dell’assessore con delega all’abbattimento barriere architettoniche, nonché con la carica anche di vice-sindaca, Avvocato Barbara Bissoli, alle parti sociali, agli ordini, ai sindacati, ai servizi di telefonia, per partecipare ad un evento in cui verrà illustrato il nuovo piano urbanistico della città.

Si legge testualmente “Il processo di revisione in parola prevede fasi di studio, di confronto tra tecnici a partire da un'ampia fase partecipativa aperta alla cittadinanza veronese e a tutti i portatori di interesse.”

Ebbene per questa vicesindaca, che ha la delega specifica, le persone con disabilità e le associazioni che le rappresentano non sono “portatori” di nessun interesse nel “processo di revisione in parola”.

D’altro canto possiamo leggere il copincolla dell’ennesimo comunicato comunale (per esempio in questo articolo) che trionfalmente annuncia il secondo stralcio del PEBA in centro storico. E comunica che per tutti i lavori la nostra amministrazione ha destinato ben 100.000 euro.

Rinfreschiamo la memoria e diamo le notizie corrette: tutta la parte del centro storico oggetto della “invasione” turistica è stato mappato, in tutte le sue 2300 e rotte barriere. Ciascuna barriera ha una scheda specifica con foto e suggerimenti di come abbatterle. Tutte le schede sono visionabili ( o lo erano) sul sito del Comune.

Rimane però online la relazione finale del lavoro – ricordiamo anche che questo lavoro fu finanziato grazie ad un fondo statale dedicato.

In detta relazione finale si legge a pag. 6: “Ricordiamo, infine, che a latere delle attività legate al P.E.B.A., si è svolto a Verona in data 26/05/2018 un importante seminario interregionale, organizzato da I.N.U. e C.E.R.P.A. Italia Onlus, sul tema “Rigenerazione Urbana attraverso i P.E.B.A.” che ha visto coinvolti l’Assessore alla Pianificazione Urbanistica, alla Programmazione degli interventi per l’Abbattimanto delle Barriere Architettoniche e all’Edilizia Privata, i tecnici del Comune e i Tecnici incaricati alla redazione del Piano. Il convegno ha avuto un positivo riscontro fino ad auspicare la stesura di un documento, in fase di lavorazione, chiamato “Carta di Verona” in riferimento ai P.E.B.A. come strumenti di miglioramento della qualità urbana. “. Noi Genitori Tosti eravamo presenti in quanto autori di un progetto discusso nel tavolo coordinato dall’arch. Piera Nobili (CERPA ITALIA) che coinvolse tutti i 7 istituti superiori di secondo grado della città di Lodi, progetto poi premiato al concorso nazionale per geometri.

Altre cose importanti: questo lavoro fatto nel 2018, che costituisce l’inizio del PEBA cittadino (manca tutto il resto della città), è stato approvato in consiglio comunale nel gennaio 2019 – amministrazione a guida Sboarina. Con validità decennale e trasmesso alla Regione Veneto. L’allora assessore deputato, ingegnera Segala, aveva detto che il conto totale per sbarrierare solo quella porzione di centro storico ammontava a 14 milioni di euro e che i lavori avrebbero dovuto essere completati appunto in un decennio.

Sappiamo, perché chi scrive ha fatto un intervento sull’accessibilità urbana nel giugno 2020 che le barriere abbattute fino ad allora erano 6. Poi con il lock down e il successivo cambio all’amministrazione con una giunta di segno opposto alle precedenti 4, tutto si è fermato. La delega all’abbattimento delle barriere non è mai stata annunciata ufficialmente per esempio e, a novembre del 2022, solo grazie alle urbane domande di Gianni Falcone online su FB, siamo stati avvisatii che la delega era stata assegnata all’Avv. Bissoli.

A fine maggio 2023 è stata approvata una mozione a prima firma del consigliere Trincanato – ma il cui contenuto proveniva da tre cittadini stakeholder, e ora a novembre 2023 ci sono queste due sedute di commissioni congiunte, causate dalla richiesta proveniente sempre da chi scrive, in cui non si è parlato del PEBA nelle circoscrizioni perché nessuno ci ha mai pensato e giusto oggi, 16 novembre, l’assessore Benini, che sappiamo essere un esperto di statistica e prezzi dei prodotti alimentari, illustrerà a tutti l’implementazione del PEBA , con un secondo stralcio proveniente da chissà che astrazione.

Se andiamo a vedere il secondo stralcio sulla relazione (del 2018) a firma architetto Stefano Maurizio e progettista Leris Fantini abbiamo questo elenco di vie e il costo totale dei lavori è di oltre 600.000 euro (cfr foto)

Mentre sull’articolo di Verona Sera leggiamo che il secondo stralcio del PEBA riguarda “ via Anfiteatro, via Stella, piazza Indipendenza, Corso Castelvecchio, via Roma, via degli Alpini, piazzetta Municipio e corso Porta Nuova” e il Comune ha stanziato 100.000 euro.

Di quale PEBA stiamo parlando? Esiste un nuovo PEBA? E quando sarebbe stato approvato in consiglio comunale?

Oltre a ciò non è dato sapere come e quando il Comune di Verona intenda stanziare o reperire i fondi necessari per i lavori di abbattimento delle barriere – una voce di bilancio che dovrebbe figurare in maniera fissa. E questo punto era anche presente nella mozione di maggio 2023.

Rendere accessibile la città sembra che sia più un dovere, per farci trovare pronti per le olimpiadi del 2026, invece che finalmente la resa di un servizio agli abitanti in primis e per accogliere al meglio quanti vengano in visita per diporto o affari.

Poi leggiamo, come ci è capitato la settimana scorsa, che nelle scuole veronesi ci sono barriere e nessun ascensore o addirittura nessun bagno per persone con disabilità.

Ma le barriere vanno tolte solo in centro. Cosa importa se si lede il diritto allo studio o la dignità delle persone o se si impedisce loro di girare per i propri quartieri di periferia.


martedì 14 novembre 2023

PEBA: la palude della tristezza (per i cittadini con disabilità) a Verona.

(Foto: un'immagine della scena del film "la storia infinita" dove Atreiu cerca di liberare il suo cavallo dalla palude della tristezza).

Giovedì 9 novembre si è tenuta a palazzo Barbieri, la commissione congiunta Urbanistica/Sociale, da me richiesta in data 29 agosto 2023 (!), per affrontare la tematica del PEBA nei territori delle 7 circoscrizioni della città di Verona, cioè la cosiddetta periferia (*).

Ci sono voluti 70 giorni (quanto gli antichi egizi lasciavano le salme nella soda, affinché i tessuti si mummificassero) perché l'importante consesso si tenesse. 

Premetto che non mi è stato anticipato nulla di come si sarebbe svolta la riunione e dato che l'avevo richiesta, in quanto stakeholder e soggetto esperto ( ci occupiamo di sbarrieramento e accessibilità a livello nazionale), avevo anche un progetto da proporre al mio Comune e due istanze, molto importanti, da avanzare.

La riunione, che aveva la durata di 60 minuti si è svolta nel seguente modo: appello, introduzione del presidente della IV commissione (urbanistica) Trincanato, intervento spot della presidente della V commissione (sociale) Stella, due parole della vice-sindaca Bissoli (con delega all'abbattimento barriere) e oltre 30 minuti di intervento della funzionaria comunale deputata al PEBA, l'architetta Grazi. 

Architetta che ha parlato di: Arena di Verona, museo di Castelvecchio, Centro storico, i parcheggi che mettono in comunicazione la periferia con il centro storico e tutti i ritardi che si patiscono a causa degli enti che riguardano le olimpiadi del 2026 per cui è necessario rendere accessibile l'Arena etc. Qui occorre un inciso esplicativo: i lavori per rendere accessibile l'Arena di Verona (nel 2023!) sono stati iniziati non perché il Comune avesse una volontà consapevole  di inclusione circa il  principale monumento cittadino o per questioni legate alle paralimpiadi ma, semplicemente e anche abbastanza "cringe", perché detto Comune e la fondazione Arena sono state condannati da ben due tribunali (Verona e Mantova) ad eseguire i lavori di sbarrieramento per discriminazione nei confronti degli spettatori con disabilità, che in Arena non hanno mai potuto seguire i concerti  al pari degli altri spettatori.

La parte relativa ai PEBA nelle circoscrizioni (vero oggetto della riunione) è stata relegata all'ultimo minuto e mezzo dell'intervento, dove apprendiamo che questa signora insieme a chi, non si capisce, forse in concerto con la vicensindaca, ha "pensato" che la prima zona dove fare un altro PEBA (attenzione: "un altro"!) è quella dello Stadio (ma davvero?????) o in seconda battuta la parte sud della città perchè è la zona più popolosa - davvero un criterio acconcio, segnale che ci devono essere degli espertoni proprio, dietro a tutto questo "pensare".

Alle h. 13.47 il presidente Trincanato concede la parola a chi aveva domande: due consigliere presenti. Dai tantissimi collegati in remoto nessun segno. Noi di Genitori Tosti (e Gruppo Accessibilità di Verona Polis), unica associazione presente nell'elenco degli invitati alla riunione, ente che ha richiesto la riunione tra l'altro, trattati come auditori qualsiasi con facoltà di porre domande.

Non dimentichiamo che la scrivente incaricò una consigliera presente (Jessica Cugini)di portare una copia della convenzione ONU al sindaco Damiano Tommasi,  al temine dell' intervento sull'accessibilità all'evento " Le mura veronesi e la loro accessibilità: percorsi e fruitori". 

Qui potete vedere la registrazione dell'evento. il mio è dal minuto 1.57 al minuto 9.00 circa della registrazione.

Perchè la necessità di una simile  ambasciata?   Perchè ogni telefona/lettera/email/tentativo di dialogare sull'argomento con l'amministrazione scaligera non ha avuto, in un anno, nessuna replica mai (addirittura l'unica rappresentante dell'amministrazione  nonostante gli inviti estesi ad assessori consiglieri anche di circoscrizione e vicesindaca è stata la consigliera Cugini). E perché, soprattutto, sarebbe ora che il Comune di Verona inserisca nell'agenda dei lavori l'accessibilità estendendo a tutto il territorio della città il PEBA e che vengano stanziati i fondi necessari per i lavori edili e non solo qualch3 bricolina giusto per far vedere che qualche barriera si toglie.

 Tanto per informazione sul come è andata a finire: il sindaco Tommasi, informato della cosa, ha subito scaricato l'ambasciata all'assesore alle pari opportunità Buffolo. Questo succedeva a fine settembre 2023 e poi il nulla assoluto.

Trascrivo perciò, dall'audio della riunione, che potete sentire qui, quello che ho detto, dal minuto di registrazione 47.11. Delusa e demotivata - confesso che a sentire certe espressioni come "carozzella" e "Parliamo sempre di persone in carrozzina ma il PEBA si fa anche per le persone disorientate e per gli anziani, anche", volevo alzarmi ed andarmene:

"Volevo sapere dalla architetto Grazi di quali esperti, stakeholder e associazioni si è servita per iniziare questi suoi ragionamenti perchè, da quanto ho capito, lei è la persona deputata nella nostra amministrazione a pianificare il PEBA, giusto?

Quindi: lei chi ha interpellato, sentito, consultato? Solo sè stessa e la vicesindaca Bissoli?

La seconda cosa:  io sono la presidente dei Genitori Tosti e noi ci occupiamo, tra le varie cose, di accessibilità e siamo qui, con me c'è Laura Vasconi, anche come gruppo Accessibilità del'osservatorio territoriale  Verona Polis. 

La sensazione che ho avuto io è che voi avete un'idea di città come un  prodotto da proporre e quindi avete un target e dei destinatari. Allora io, come esperta di accessibilità che si occupa di abbattere le barriere ect e non solo, fare progetti e così, mi domando: voi chi avete tenuto presente per  esempio, per  pensare subito alla stadio e ai quartieri di Santa Lucia?

La popolosità non può essere un parametro preso in considerazione per pianificare l'abbattimento delle barriere, che sono di tutti i tipi e non sono solo architettoniche. 

Ho finito.".

Le repliche, durate dalle 13.57 alle 14.09, sempre a carico dell'architetta Grazi che non ha fornito nemmeno un nome di esperti o stakeholder o associazioni, a parte l'architetto che di lavoro mappa le città e che è tra le nostre conoscenze da anni,  a dimostrazione, l'ennesima che la partecipazione democratica è totalmente assente nelle prassi di questa amministrazione: dopo aver presentato il PEBA finito, accoglieranno i suggerimenti, dopo, ci ha annunciato l'architetta Grazi. Un applauso.

Poi la seduta è stata tolta.

Come buttare nel modo più sterile due ore del proprio tempo (mezz'ora di viaggio all'andata e mezz'ora al ritorno incluse).

L'essere snobbata e non considerata come interlocutore competente/autorevole etc, dai rappresentati della propria amministrazione, non cambia la sostanza: rimango competente e in grado di contribuire in maniera anche intelligente nel mio settore. Peggio per chi non coglie l'opportunità.

Spezzatini di PEBA per i "disorientati", magari integrati da un bel form sul sito web del Comune, a costo zero, dove chiunque (chiunque!) può fare la propria segnalazione e chiamare il tutto "pianificazione per l'abbattimento delle barriere architettoniche coinvolgendo i cittadini": geniale!

Dopo ormai quasi 20 anni in cui cerco di diffondere la giusta cultura sulla disabilità, ne ho pure abbastanza e credo di non meritarmi tutto questo bullismo. Traete le vostre conclusioni poi su chi asseconda questo approccio, nella città di Verona.

Cari concittadini veronesi con disabilità e familiari, nessuno sta pensando alle vostre esigenze, abbiatelo chiaro e chi ci prova è bellamente ignorato. Non fatevi ingannare dai discorsi ma guardate lo stato delle vie, dei parchi, delle piazze e l'ingresso degli edifici o soltanto i siti web pubblici: la verità è tutta lì.

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(*) Il Comune di Verona è suddiviso in 8 circoscrizioni. La numero 1 corrisponde al territorio del centro storico. Una porzione di questo centro storico è stata mappata (solo mappata) nel 2018  e da allora, da Palazzo Barbieri si ostinano a dire che abbiamo un PEBA nel centro storico.